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Il testo approvato dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo prevede che i consumatori di bevande e cibi da asporto possano portare e utilizzare un proprio contenitore. Il testo dovrà comunque essere ancora esaminato dalla plenaria del parlamento UE a novembre.

Con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio. Gli emendamenti alternativi firmati da Ppe ed Ecr, che avrebbero cancellato i target di riuso e ricarica e annullato i divieti per gli imballaggi monouso, non sono passati per una manciata di voti.

Con la nuova normativa sono previste alcune condizioni per il riuso. Tra i criteri che gli imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare c’è anche un numero minimo di volte in cui potranno essere riutilizzati (numero che sarà definito in seguito). I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore ristorazione devono offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. I deputati vogliono inoltre vietare l’uso delle di sostanze come Pfas e bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.

Sulla questione è tempestivamente intervenuta la Federazione Italiana dell’Industria Alimentare segnalando come si privilegi la questione del riuso invece del riciclo del modello italiano e parlando espressamente di “una misura che penalizza fortemente la nostra filiera agroalimentare”.

Il vino -fa sapere l’Unione Italiana Vini – è l’unica bevanda alcolica fuori dai vincoli previsti dalla riforma della normativa Ue sugli imballaggi (Ppwr) che prevede la ridefinizione dei target di riuso per i vari materiali di imballaggio, tra cui il vetro. Tuttavia se l’esclusione dei vini dal perimetro dell’obbligo di riuso ha rappresentato un importante traguardo per il settore vitivinicolo italiano, un emendamento ha stabilito invece che le bevande spiritose e i prodotti vitivinicoli aromatizzati siano ricompresi nel vincolo. A Segnalarlo Federvini, la cui presidente Micaela Pallini ha così spiegato la situazione attuale: “Un voto in chiaroscuro quello sulla revisione della Direttiva Imballaggi: se i vini, grazie al fondamentale lavoro condotto dalla delegazione italiana, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, è ancora tanto il lavoro da fare per scongiurare l’impatto estremamente oneroso che il riuso potrebbe determinare per il comparto degli aperitivi, amari, liquori e distillati italiani”

I rappresentanti del settore segnalano tra le caratteristiche degli aperitivi, amari, liquori, distillati e vermut italiani c’è il fatto che, al pari dei vini, impiegano bottiglie di vetro – riciclabili al 100% – prodotte ricorrendo sempre più a moderne tecnologie che hanno permesso di ridurre negli ultimi trent’anni di oltre il 30% il peso e una quota crescente di materia prima seconda. Inoltre il nostro Paese può vantare nel riciclo del vetro un’eccellenza, con un tasso di recupero pari all’80,8% nel 2022, che già supera i target europei fissati per il 2030.

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A esprimere soddisfazione è stata la Permanent Material Alliance – che raggruppa l’Associazione dei produttori europei di acciaio per imballaggi (APEAL), European Aluminium, la Federazione europea del vetro per contenitori (FEVE) e Metal Packaging Europe – che accoglie con favore il sostegno della commissione per l’ambiente del Parlamento europeo a misure di riciclabilità più ambiziose nel regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR). “I livelli di riciclabilità ora introdotti nel PPWR rappresentano un grande passo avanti verso un’economia circolare veramente europea. Questi gradi, i primi nel loro genere, premieranno gli imballaggi che possono essere riciclati più volte e che possono alimentare uno schema di ciclo chiuso dei materiali”, ha dichiarato Alexis Van Maercke, Segretario Generale di APEA.

Fonte: https://www.alimentinews.it/tecnologia/packaging-tracciabilita/1349-ue-avanti-con-il-nuovo-regolamento-imballaggi