Ma la domanda che molti si sono posti è stata: “Come è potuta avvenire la contaminazione degli snack”? Escluso il latte, l’indiziato numero uno è il cioccolato. Il professor Antonello Paparella, insegna Microbiologia alimentare all’Università di Teramo: “La salmonella nel cioccolato e nel burro di cacao non può moltiplicare ma sopravvive a lungo, fino a 19 mesi. Oltre tutto, per la presenza del grasso, anche se usiamo il cioccolato a caldo, in pasticceria, occorrono tempi e temperature più alti di quelli normali di pastorizzazione per inattivarla”. Quali possono essere le fonti di contaminazione? “Può accadere all’origine, dopo la tostatura delle fave del cacao, come anche durante la lavorazione, per esempio per un danneggiamento di un tubo che trasporta il cioccolato fluido oppure una contaminazione dopo il temperaggio, nella fase di modellaggio o confezionamento”. Il latte non può essere fonte di contaminazione? “Più difficile perché in queste produzioni viene usato latte in polvere, dove la presenza di salmonella è tecnicamente possibile ma rara”.