L’anidride carbonica per aggiungere bollicine alle bottiglie di acqua minerale è diventata una merce rara sul mercato e Acqua Sant’Anna avendo difficoltà di approvvigionamento ha deciso di bloccare per qualche giorno la produzione dell’acqua minerale con le bollicine. La notizia diffusa ieri dall’azienda è il risultato  di una crisi presente da alcuni mesi sul mercato, visto che alla fine del 2021 si era già proposto il problema. Le aziende che forniscono la CO2 preferiscono garantire il rifornimento agli ospedali e ad altri settori del comparto alimentari mettendo così in crisi le società che vendono acqua frizzante.  

Questa criticità ricade su un settore, quello delle acque minerali, che in realtà gode ottima salute in Italia visto che siamo tra i maggiori consumatori al mondo è sul mercato ci sono 200 marchi in grado di produrre 13.7 miliardi di litri ogni anno. Il paradosso è che siamo anche il Paese con un numero esagerato di sorgenti e con una rete distributiva in cui circola nella maggior parte dei casi acqua di buona qualità.

La maggior parte delle bottiglie di acqua minerale con le bollicine (tranne 2-3 marche classificate come effervescenti naturali) è addizionata di anidride carbonica. La stessa cosa avviene per le bevande gassate. Ma il settore non è l’unico ad impiegare nel processo industriale  anidride carbonica.  Nell’ambito alimentare la CO2 viene usata per limitare la crescita di batteri e muffe oltre che come refrigerante nelle linee di surgelazione. Da molti anni ormai si usa pure per estrarre la caffeina dal caffè e come gas nelle confezioni di alcuni alimenti confezionati in atmosfera modificata come nel caso di ravioli e tortellini freschi.

La carenza di CO2 preoccupa anche Assobibe (Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche). “La scarsa disponibilità di anidride carbonica – spiega l’associazione – è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro”. Assobibe ricorda che tra qualche mese arriverà anche la ‘sugar tax’ con un aggravio di spesa di 10 € per ettolitro, dimenticando di precisare che si tratta di una tassa in vigore in molti Paesi per limitare il consumo di bibite zuccherate.

Attualmente una parte considerevole dell’anidride carbonica per usi alimentari in Europa proviene da impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto della lavorazione dell’ammoniaca, oppure come sottoprodotto della  fabbriche di bioetanolo. Un’altra fonte sono le sorgenti naturali.